Insediamenti abitativi risalenti al medioevo, hanno costituito la struttura portante della distribuzione demografica del nostro paese almeno fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra mondiale. In quegli anni è cominciato, per vari motivi, il progressivo svuotamento di alcuni piccoli paesi: la necessità di trovare lavoro altrove, infrastrutture che privilegiavano sempre più le città che andavano ingrandendosi, cause naturali, hanno portato, progressivamente, allo svuotamento totale di alcuni di questi borghi. Alcuni dati parlano di più di 5000 paesi fantasma di cui, quasi 3000 a totale rischio di estinzione. Pezzi d’Italia la cui sparizione comporta non solo la perdita di storie ma anche di potenziali ricchezze turistiche e abitative.
La più alta concentrazione di questi borghi la troviamo nel sud del nostro paese, soprattutto in Basilicata ma anche nelle aree più interne delle Marche e della Toscana e in alcune zone della Liguria. Bisogna dire che questo tipo di problema non riguarda solo l’Italia: in Europa sono in particolare la Spagna e L’irlanda ha far registrare un fenomeno simile al nostro.
All’inizio degli anni novanta è iniziata una vera e propria caccia ai borghi abbandonati, in particolare di quelli di Umbria, Toscana e Liguria. Tutto ciò ha portato ad un aumento dell’investimento economico per un eventuale progetto di questo tipo: si oscilla tra i tre milioni per arrivare anche ai trenta milioni di euro.
Naturalmente ci sono anche i borghi tutt’ora abitati e che sono stati oggetto di attività di riqualificazione nel tempo. L’attenzione per queste piccole comunità è stata confermata l’anno scorso quando il Ministero dei Beni Culturali ha definito il 2017 come l’anno dei borghi. La spinta alla promozione di questi particolari angoli d’Italia sta avendo un importante successo, non solo per l’aumento dei flussi turistici ma anche da un punto di vista immobiliare. Infatti, comprare casa in alcuni di questi borghi può costare cifre addirittura più alte del doppio rispetto alla media nazionale. Gli esempi si trovano in quasi tutte le regioni italiane. In Liguria, per comprare casa servono in media 5.700 euro al metro quadro. Una cifra, questa, che equivale all’86% in più rispetto all’area di La Spezia. La riviera ligure è senz’altro la più popolata da quelli che sono i borghi più belli e cari d’Italia, come ad esempio Cervo, in provincia di Imperia: per acquistare casa, servono poco meno di 3.900 euro al metro quadro, oltre il doppio rispetto al valore medio degli immobili in Italia. Passando dal mare ai laghi, sul versante del lago di Garda si trova Gardone Riviera, in provincia di Brescia, dove per comprare casa bisogna mettere in conto una media di 2.500 euro al metro quadro. Sul lago di Como si trova il borgo di Tremezzina, definito anche come “comune sparso” di circa 5.000 abitanti che è stato istituito nel 2014 dalla fusione dei comuni di Lenno, Mezzegra, Ossuccio e Tremezzo. Qui i prezzi medi di vendita sono superiori ai 3.000 euro al metro quadro.